Impero sovietico

Massima estensione dell'Impero sovietico (1959–1960), il territorio che l'Unione Sovietica ha dominato politicamente, economicamente e militarmente (superficie totale: circa 35 000 000 km²)[IS 1]

Impero sovietico è un termine politico usato in sovietologia[1] per descrivere le azioni e la natura dell'Unione Sovietica in quanto Stato con un ruolo dominante su altri Paesi.

In senso più ampio, il termine si riferisce alla dimensione geopolitica imperialista attuata dallo Stato sovietico durante la guerra fredda: gli Stati che facevano parte del cosiddetto Impero sovietico erano ufficialmente indipendenti, con governi propri e autonomi, più o meno autoritari, che stabilivano le proprie politiche interne ed estere; tali politiche dovevano comunque rimanere entro certi limiti decisi e imposti dall'Unione Sovietica, pena l'intervento militare delle Forze armate sovietiche, e poi di tutto il Patto di Varsavia, che di fatto avvenne durante i moti operai del 1953 nella Germania Est, durante la rivoluzione ungherese del 1956, durante la Primavera di Praga del 1968, durante la legge marziale in Polonia (1981–1983) e nell'intervento sovietico in Afghanistan (1979–1989). Gli Stati in questo contesto sono spesso chiamati "Stati satellite".

Il termine "Nuovo Impero Russo" è talvolta usato da quando Vladimir Putin è salito al potere in Russia nel 2000 e per descrivere la sua aggressiva e controversa politica estera atta a incrementare l'influenza russa in quanto grande potenza a livello regionale e internazionale.


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  1. ^ (EN) kremlinology, su Merriam-Webster. URL consultato il 22 marzo 2021.
    «Definition of kremlinology: the study of the policies and practices of the former Soviet government»

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